sexta-feira, 1 de julho de 2011
King Crimson - I talk to the wind
King Crimson - I talk to the wind - In the court of the Crimson King (1969)
Robert Fripp - chitarra, Mellotron, organo
Greg Lake - basso, voce
Ian McDonald - fiati, tastiere
Michael Giles - batteria
Peter Sinfield -- parole, ispirazione
La band incominciò a registrarlo il 21 luglio 1969, poche ore dopo il primo sbarco dell'uomo sulla Luna: la notizia di quello storico avvenimento era stata annunciata, la notte precedente, dal bassista e cantante del gruppo Greg Lake al pubblico del Marquee Club di Londra subito prima del concerto della band.
I King Crimson avevano già tentato di registrare in studio il loro repertorio per ben due volte quello stesso anno, senza però mai rimanere soddisfatti dei risultati: entrambe le sedute in questione erano state perciò abbandonate anzitempo. Nel frattempo il gruppo aveva conquistato una relativa notorietà fra stampa, pubblico e addetti ai lavori, grazie a numerosi concerti tenuti nell'arco di cinque mesi, prevalentemente nell'area Londinese; non ultima, appena tre settimane prima, la decisiva apparizione come supporto al concerto dei Rolling Stones in onore di Brian Jones a Hyde Park, Londra.
Dunque la band che quel 21 luglio varcò la soglia dei Wessex Studios a Islington era tutt'altro che un quintetto di debuttanti, e anche l'esperienza maturata nei precedenti tentativi in studio era senz'altro destinata a incidere positivamente sul risultato finale. Tale relativa maturità artistica ha testimonianze storiche illustri fra coloro che assistettero ai concerti precedenti l'incisione dell'album: su tutti, Jimi Hendrix che li vide al Revolution Club di Mayfair il 14 maggio 1969, rimanendone inequivocabilmente entusiasta e congratulandosi personalmente con Robert Fripp; ma anche il futuro chitarrista dei Genesis, Steve Hackett, nonché i futuri membri dei King Crimson Bill Bruford e Jamie Muir, concordano tutti nel ricordare un gruppo coeso e di straordinario impatto sonoro, oltre ad un originale ed efficace spettacolo di luci (curato da Pete Sinfield, autore anche di tutti i testi).
Non stupisce pertanto l'importanza che i biografi del rock unanimemente attribuiscono a In the Court of the Crimson King, in particolare per la direzione imposta all'art rock, più tardi etichettato come progressive rock, che pure già dal '67-68 aveva avuto fra i suoi pionieri i Soft Machine e i primi Pink Floyd.
È notoria, a titolo di esempio, l'influenza di In The Court... sui primi lavori dei Genesis, confermata da Tony Banks in una recente autobiografia del gruppo.
È spesso citata anche l'opinione di Pete Townshend degli Who il quale, invitato dalla E'G Records a fare da testimonial per l'album, non esitò a definirlo «un capolavoro sbalorditivo».
Tra il 1969 e il 1970, l'album raggiunse il 3° posto nelle classifiche di vendita inglesi.
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